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Le misure di accompagnamento e la lotta contro il lavoro nero sono strettamente legate
Le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone proteggono i lavoratori contro il dumping salariale. Il Controllo federale delle finanze (CDF) ha sottoposto a verifica la Segreteria di stato dell’economia (SECO) in questo ambito. Il CDF è dell’avviso che la necessità di sinergia con la lotta contro il lavoro nero sia palese e che occorra riesaminare i principi di orga-nizzazione e di analisi dei rischi degli organi d’esecuzione.
Nel 2013 sono state effettuate circa 40’000 verifiche a titolo di misure di accompa-gnamento alla libera circolazione delle persone («flankierende Massnahmen» o «FlaM»). Queste verifiche proteggono i lavoratori, inclusi quelli distaccati in Svizze-ra, contro il dumping salariale e sociale. La sorveglianza, sottoposta a modifiche legislative dalla sua introduzione nel 2004, dovrà essere ulteriormente adeguata affinché tenga conto delle conseguenze legate all’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
La concezione della sorveglianza è di competenza della SECO, mentre la sua attua-zione spetta a diversi organi d’esecuzione. Il sistema è invero frammentato, ciono-nostante, secondo un rapporto del CDF pubblicato in data odierna, la concezione e l’attuazione sono adeguate all’attuale situazione del mercato del lavoro in Svizzera.
Necessità di sinergia con la lotta contro il lavoro nero
Nel 2013 sono state effettuate quasi 40’000 verifiche per le «FlaM» a fronte delle 12’000 per la lotta contro il lavoro nero. La Confederazione ha erogato rispettiva-mente 11,4 e 4 milioni di franchi. Tuttavia, l’impatto del lavoro nero sul mercato del lavoro è potenzialmente rilevante, in misura addirittura maggiore rispetto a quello della libera circolazione. Pertanto, a priori la differenza di risorse stanziate per que-sti due obiettivi di verifica non riflette la realtà dei rischi finanziari per le autorità (perdite fiscali e frodi ai danni delle assicurazioni sociali).
Sul campo, alcuni Cantoni associano già delle verifiche per le «FlaM» a quelle con-tro il lavoro nero, seppur con diversi gradi di coordinamento. Per il CDF un maggio-re coordinamento migliorerebbe l’efficacia delle risorse impiegate.
Organizzazione degli organi d’esecuzione e multe
La SECO ha adottato delle misure che prevedono la formazione degli ispettori del mercato del lavoro, la fissazione di obiettivi e strumenti per l’osservazione del mer-cato del lavoro. Tuttavia non esistono incentivi per spronare gli organi d’esecuzione a unirsi in modo da raggiungere dimensioni critiche sufficienti. Questo elemento è importante al fine di disporre delle risorse e delle competenze necessarie per la realizzazione di verifiche efficaci. Inoltre, non tutti gli organi seguono un approccio metodico di analisi dei rischi nella scelta delle imprese da sorvegliare. In merito a quest’ultimo punto, il CDF raccomanda alla SECO di ridefinire la prassi per garantire i controlli.
Infine, l’efficacia delle sanzioni sotto forma di multe varia da Cantone a Cantone, con un tasso di incasso compreso tra il 20 e il 100 per cento. Tuttavia, in caso di mancato pagamento di una sanzione amministrativa, alle imprese può essere vieta-to di offrire i loro servizi in Svizzera per un periodo massimo di cinque anni.
La SECO ha accettato di attuare le raccomandazioni del CDF.
Auskünfte:
Eric-Serge Jeannet, vicedirettore del CDF, tel. 058 463 11 11- Dettagli