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Esposizione nazionale Expo.01/02: mandato con responsabilità illimitata
L'inchiesta del Controllo federale delle finanze (CDF) su problemi, esperienze e insegnamenti dell'Esposizione nazionale svoltasi nella regione dei tre laghi giunge alla conclusione che i chiarimenti iniziali riguardanti la fattibilità erano lacunosi, con Expo.01 le strutture a livello di commesse e di milizia sono state oltremodo strapazzate, il controllo strategico era insufficiente, l'ottimismo riguardo all'evoluzione delle entrate era smisurato e le possibilità di risparmio non sono state sufficientemente sfruttate. Expo si è trasformata vieppiù in un mandato con responsabilità politica e finanziaria illimitata. ll CDF ammette che Expo può vantare anche successi degni di nota quali il numero di visitatori, la sostenibilità per l'ambiente, le procedure in materia di permessi di costruzione o il piano di sicurezza. Non vi è alcun indizio di comportamenti lacunosi rilevanti da un punto di vista del diritto civile o penale. Il CDF ha formulato diverse raccomandazioni per future esposizioni nazionali o progetti su vasta scala. Il Consiglio federale ha preso atto del relativo rapporto.
Nell'estate del 2003 il Consiglio federale ha incaricato il Controllo federale delle finanze (CDF) di far luce sulla vicenda di Expo.01/02. L'Archivio federale svizzero ha partecipato all'inchiesta. In particolare si è indagato sulle cause che hanno portato la Confederazione a dover sborsare per Expo una somma considerevolmente superiore a quella inizialmente prevista (circa 1 miliardo invece di 130 milioni di franchi) e su come un tale sorpasso avrebbe potuto essere evitato. Il Governo ha così agito in risposta a una richiesta delle Commissioni della gestione e della Delegazione delle finanze delle Camere federali.
Il rapporto del CDF illustra come, nel dibattito pubblico, Expo.01/02 si è trasformata da un progetto per il potenziamento dell'identità nazionale a una prova di volontà nazionale fino a un impegno ineluttabile. Per molto tempo la politica della Confederazione ha visto il progetto con «amorevole indifferenza». Nel contempo però le aspettative riposte nell'esposizione nazionale erano molto ambiziose. I chiarimenti iniziali insufficienti hanno avuto ripercussioni nefaste. Gli studi di fattibilità non sono stati eseguiti ad opera d'arte. A titolo di esempio gli aspetti tecnici hanno costituito l'80 per cento delle analisi, quelli commerciali il 14 per cento e quelli contenutistici il sei per cento. Particolarmente scarse sono state le argomentazioni riguardanti il finanziamento di terzi che, secondo le aspettative iniziali, avrebbero dovuto costituire la parte più importante del budget.
Inoltre, le strutture organizzative per un progetto così complesso erano insufficienti. Ad esempio sono stati occupati posti importanti con personale di milizia e gli
strumenti di gestione erano lacunosi. Solo con Expo.02 si sono tratti gli insegnamenti dalle esperienze fatte sotto una gestione lacunosa: la gestione strategica è stata potenziata e il controlling migliorato. Anche la Confederazione ha assunto il suo ruolo di committente in maniera più consapevole.
Il CDF giunge alla conclusione che sotto il profilo giuridico e contrattuale Expo ha funzionato in modo efficiente. Nel complesso, sono stati conclusi 5 500 contratti (esclusi i contratti di lavoro). Nonostante l'efficienza in ambito contrattuale, la politica degli acquisti è stata lacunosa. Una parte considerevole delle commesse, per le quali vi era l'obbligo della messa a pubblico concorso, non è stata ad esempio aggiudicata mediante una procedura concorrenziale. Pertanto il potenziale di risparmio esistente non è stato completamente sfruttato. I responsabili di Expo fanno tuttavia notare che le cause di forza maggiore e le pressioni sui tempi hanno spesso reso impossibile il ricorso a una dispendiosa procedura di aggiudicazione. Una parte dei problemi è inoltre riconducibile all'eccessivo ottimismo riguardo all'evoluzione delle entrate da parte dei responsabili di Expo e degli attori politici segnatamente per le entrate provenienti dagli sponsor e dai visitatori. Questa problematica è stata accentuata dalla confusione causata da una ripartizione in un budget interno ed esterno nonché da un ricorrente spostamento di elementi budgetari tra l'uno e l'altro budget.
Malgrado le diverse lacune riscontrate, dai settori esaminati non sono emersi indizi di comportamenti errati rilevanti ai fini del diritto civile o penale. Sulla base di questa analisi il CDF ha formulato diverse raccomandazioni in vista dell'organizzazione di future esposizioni nazionali o grandi progetti equiparabili. Le raccomandazioni, rivolte ai principali attori, concernono in particolare la gestione strategica da parte delle autorità federali, la forma giuridica degli organi responsabili, l'organizzazione, l'esecuzione di studi di fattibilità, l'esternalizzazione di parti del budget, il management del progetto, lo sponsoring e le modalità di aggiudicazione.
Il CDF riconosce che Expo.01/02 può vantare anche successi degni di nota. Non è però stata effettuata alcuna analisi in questo senso, dato che non rientrava negli obiettivi del mandato e non vi erano nemmeno risorse a sufficienza per poter condurre un'inchiesta sugli aspetti positivi. Il rapporto finale dei responsabili di Expo illustra esaustivamente questi aspetti come la soddisfazione dei visitatori, la gestione del tempo, le procedure in materia di permessi di costruzione, il piano di sicurezza, le rare controversie giudiziarie o l'approccio rispettoso dell'ambiente.
Informazioni
Kurt Grüter, Direttore, tel. 031 323 10 01Tobias Bauer, Responsabile di progetto, tel. 031 323 10 14
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