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Opere d’arte acquistate in segreto dalla Confederazione: il CDF raccomanda di adottare le necessarie misure di protezione e di valorizzazione

Secondo una valutazione del Controllo federale delle finanze (CDF) il valore delle opere d’arte in possesso della Confederazione ammonta a circa 17,5 mi-liardi di franchi svizzeri. In un rapporto di verifica il CDF constata con sorpresa che questi valori patrimoniali non sono contabilizzati come attivi e una base giuridica per questa politica di acquisizione manca.

L’Ufficio federale della cultura e dell’arte (UFCA) e la Commissione di spionaggio sviz-zera hanno dimostrato di avere un buon fiuto. Grazie alla loro azione coordinata, a partire dal 1953 la Confederazione ha potuto acquistare ogni anno opere d’arte per un importo di circa 4,7 milioni di franchi. Questa missione è stata svolta dal Gruppo di coordinamento interdipartimentale della gestione d’acquisti segreti di opere d’arte federali (GIG-ASOF).

Secondo le stime degli esperti incaricati dal CDF, l’attuale valore della collezione fe-derale si aggira intorno ai 17,5 miliardi di franchi. Un’operazione particolarmente riu-scita se si considera che la somma complessiva investita dalla Confederazione per ac-quistare queste opere d’arte è inferiore a 273 milioni. Il suddetto rapporto costituisce la conclusione di una verifica avviata alla fine degli anni Sessanta, ma sospesa tempo-raneamente a causa del pensionamento del responsabile del progetto e riscoperta solamente in occasione di una riorganizzazione interna del CDF.

Un segreto custodito per oltre sessant’anni

La Confederazione ha potuto profittare di due fattori essenziali per effettuare i suoi aquisti. Da un lato, grazie alla Commissione di spionaggio svizzera, che a partire dal 1971 si è concentrata sul mercato dell’arte contemporanea, ignorando le raccomandazioni dell’UFCA che seguiva una politica d’acquisti conservativa. In tal modo la Con-federazione ha potuto beneficiare dell’esplosione mondiale di questo settore.

Dall’altra parte, gli acquirenti federali hanno potuto godere dei vantaggi del mercato dell’arte in Svizzera, molto competitivo in particolare grazie all’importante rete di mercanti d’arte, collezionisti e depositi doganali esenti da dazio. Tramite la Commis-sione di spionaggio svizzera, la Confederazione ha potuto acquistare segretamente dozzine di opere, quadri, sculture e altre creazioni d’arte, senza che queste transazioni apparissero ufficialmente. Un successo che dimostra lo spirito creativo degli Uffici fe-derali, ma che il CDF deve criticare a causa della mancanza di trasparenza.

Il «Naked Gotthardo» di Jeff Koons… protetto da un semplice lucchetto

Nei depositi federali gli esperti del CDF hanno tra l’altro riscoperto la famosa scultura pop art denominata «Naked Gotthardo» (2006) di Jeff Koons, alta più di 18 metri e stimata a 380 milioni di franchi, nonché il celebre dipinto «Origine monétaire du monde» (1964), un nudo di Konrad Abendrot dal valore inestimabile.

Ancora più sorprendente è la mancanza delle misure di protezione e sicurezza delle opere. Infatti il «Naked Gotthardo» è incatenato a una colonna di cemento con un semplice lucchetto. Esistono inoltre decine di opere d’arte mai catalogate e deposi-tate nella vecchia centrale atomica di Lucens (VD).

Il CDF raccomanda in particolare di valorizzare queste opere d’arte della Confedera-zione di eccezionale importanza. Da una parte è necessario farle accessibili al pub-blico, ad esempio, in occasione della prossima Esposizione nazionale e, dall’altra parte occorre integrare progressivamente la loro rivalutazione nel bilancio federale, in modo da compensare l’atteso calo delle entrate fiscali.

Comunicato stampa

Informazioni:

Il CDF non fornirà informazioni supplementari.

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