Rapporti annuali
Il Controllo federale delle finanze (CDF) svolge un’attività di revisione ampio. Solo pochi sanno che va ben oltre l’ambito dell’Amministrazione federale. Comprende anche i beneficiari che ottengono ogni anno 40 miliardi di sussidi e le società di cui la Confederazione ha una quota di maggioranza e altre organizzazioni che svolgono funzioni pubbliche.
Presi insieme, il tutto è il «campo di revisione » del CDF. Un campo che è delineato nella sua struttura con il mandato delle commissioni di controllo del Parlamento. Legalmente, la legge parlamentare si riferisce espressamente a quella del controllo finanziario. È un processo del tutto coerente, poiché il CDF assiste le Camere federali nei loro compiti di alta vigilanza.
L’ambito esiste ma in quali settori occorre intervenire? Attualmente circa la metà delle nostre risorse sono impegnate in mandati obbligatori, considerati fondamentali «musts» come la verifica dei vari conti annuali, dei progetti informatici chiave nonché della perequazione finanziaria nei Cantoni. Il resto delle nostre risorse sono allocate in base all’analisi annuale dei rischi effettuata dal CDF. Questi rischi sono di varia natura (frode, reputazione, spreco, utilizzo erraneo dei sussidi, rischi informatici ecc.). Essi esistono in Svizzera, ovviamente, ma anche all’estero e sono legati agli aiuti umanitari, ai sussidi versati ai Paesi dell’Est o alle attività delle filiali straniere della RUAG o della Swisscom.
Ciò solleva una domanda fondamentale: il CDF ha dimensioni sufficienti per coprire tutti questi rischi?
Stando a quanto ci insegna la storia del CDF, la risposta è negativa. Dalla fondazione 140 anni fa, la nostra istituzione ha visto le sue dimensioni ridursi rispetto a quelle dell’Amministrazione centrale federale. L’aumento del personale e del volume finanziario della Confederazione richiederebbe un organico di circa 160 persone, esclusa la vigilanza delle imprese di quale la Confederazione tiene la maggioranza di partecipazione. Attualmente il CDF impiega «soltanto» 110 collaboratori.
Confrontando la situazione anche a livello internazionale, il CDF chiaramente non rientra tra le Corti dei conti che hanno personale in esubero. Nei Paesi europei di dimensioni analoghe a quelle della Svizzera, i nostri colleghi impiegano rispettivamente 254 persone in Danimarca, 323 in Austria e 550 in Belgio, che come la Svizzera, ha la stessa particolarità di un’Amministrazione multilingue.
Tuttavia, la vera domanda da porsi è quale sia la copertura dei rischi accettabile per le due istituzioni per cui lavoriamo: il Consiglio federale e il Parlamento.
Possiamo soltanto abbozzare delle risposte a questa domanda. Dal 2014 il Parlamento ha sostenuto la direzione del CDF secondo la quale le proprie risorse sono insufficienti per garantire una copertura accettabile dei rischi. È stato possibile esaminare meno della metà dei rischi principali. Da allora, i risultati delle nostre verifiche e i fatti odierni hanno rivelato un’altra realtà: i rischi di frode e quelli informatici sono tuttora coperti in modo rudimentale. Le competenze interdipartimentali di vigilanza insufficienti contribuiscono anche ad aumentare tali rischi, in particolare nell’ambito degli acquisti e dell’informatica.
Nel 2015 e 2016 gli 11 posti supplementari accordati al CDF hanno permesso di effettuare verifiche relative a progetti informatici chiave. Nello stesso periodo l’elenco di questi progetti è passato da 13 a 19. Inoltre, sono state effettuate le prime verifiche all’interno delle imprese della Confederazione. Leggendo i relativi rapporti si evince che le nostre scelte erano giustificate ma sono state purtroppo eseguite a discapito di verifiche concernenti i sussidi.
Il CDF richiederà una moderata prosecuzione della sua crescita nei prossimi anni in modo da coprire meglio i rischi. È utile ricordare che da dieci anni le verifiche del CDF hanno anche generato entrate per la Confederazione di circa mezzo miliardo di franchi, importo che copre ampiamente le spese della nostra istituzione.
Ringraziamo tutti coloro che sostengono il nostro lavoro!
Informazioni:
Michel Huissoud, direttore del CDF, tel. 058 463 11 11